SESTO SAN GIOVANNI, 17 marzo 2021
La scorsa domenica, nella partita dell’Allianz Geas a Campobasso (poi persa 66-63), la rossonera Sara Crudo ha rimesso piede in campo dopo quasi cinque mesi di stop. L’ala ligure classe 1995 aveva subìto una lesione collaterale mediale di II-III grado al ginocchio destro nei momenti finali della sfortunata gara di andata con Sassari – l’ultima prima della pausa forzata per Covid – disputata da sole sei giocatrici sestesi (tra cui una under) per i casi di positività al virus allora riscontrati in squadra. In quell’incontro Sara aveva segnato 15 punti e raccolto 3 rimbalzi, dopo settimane di buon lavoro, suo e di squadra, e solo una settimana dopo aver chiuso la partita con Battipaglia con una super-prestazione da 25 punti, 8 rimbalzi e 6 assist. Crudo era stata poi sottoposta a un intervento riparativo pochi giorni dopo l’infortunio: da allora per lei è partito un lungo processo di recupero e reinserimento nei piani di lavoro della società. Un campionato interrotto sul più bello dunque, che riprende ora, a poche gare dalla fine della regular season, con un ritorno in campo da 5 punti (1/3 da due e 1/1 da tre) in 9’.
L’abbiamo intervistata per sapere come ha vissuto il recupero e quali sono i suoi obbiettivi a breve termine.
Come hai vissuto il recupero dall’infortunio? A quali step progressivi sei andata incontro?
Devo ammettere di non averla presa benissimo all’inizio: è stata abbastanza dura accettare il fatto di dover saltare così tante partite. Ma noi atleti sappiamo che purtroppo anche questo fa parte del nostro lavoro, e quando ti capita una cosa del genere non fai altro che rimetterti all’opera, pensando solo alla volontà di tornare a giocare. Io l’ho presa un po’ come una sfida: volevo tornare in campo in sicurezza il più velocemente possibile e chiaramente nelle migliori condizioni. Ovviamente ci è voluto tantissimo lavoro, mi sono completamente dedicata al ginocchio dal periodo successivo all’intervento; alla fine, è stata pur sempre un’esperienza anche questa.
Insieme allo staff che mi ha seguito “giorno e notte”, ci siamo dati un obbiettivo ogni settimana: bisognava affrontarlo a piccoli step, “day by day”: ogni settimana qualcosina in più. A partire dalle primissime cose: iniziare a muovere la gamba autonomamente, riprendere a camminare, per poi togliere le stampelle, piegare la gamba e riacquisire tutti i gradi, recuperare la forza, iniziare a correre, e così via.
Il tuo stop è arrivato in un momento particolare per tutti. Com’è giocare in questa situazione strana causa Covid e com’è invece recuperare da un infortunio nello stesso periodo?
Giocare ai tempi del Covid non è la cosa migliore del mondo; fare tamponi ogni settimana, fare quarantene, avere l’ansia poiché potremmo contagiarci a vicenda stando a contatto, tutto ciò non è il massimo della vita. Però sappiamo di essere fortunate, perché nonostante la pandemia noi abbiamo l’opportunità di fare il nostro lavoro e fare ciò che ci piace: poteva sicuramente andarci peggio.
Recuperare in questo momento non penso cambi più di tanto rispetto a recuperare in un momento di normalità: ho avuto la fortuna di poter andare ogni giorno a lavorare insieme allo staff di Isokinetic; in ogni caso avrei dovuto lavorare al mio rientro dalle quattro alle cinque ore al giorno. L’unica cosa fastidiosissima, seppur necessaria, durante il lavoro fisico è la mascherina.
Sei scesa in campo nella trasferta di Campobasso. Quali sensazioni hai provato? A livello fisico come ti sei trovata?
Purtroppo non abbiamo portato a casa i due punti, al termine di una partita davvero tosta. Prima della gara pensavo solo a dare “il mio 100%”, se avessi giocato uno, due, tre, dieci o quindici minuti. Era importante dare il massimo e aiutare in ogni maniera possibile la squadra. Questa era la cosa fondamentale per me, in quel momento come in tutti gli altri. Non nascondo che è stato emozionante ritornare a giocare una partita ufficiale, ma per me è sempre bello: sono completamente innamorata di questo sport. Non ho pensato a niente e sono andata senza paura.
Che tipo di lavoro hai eseguito nelle settimane immediatamente precedenti al rientro? Ora come ti stai allenando?
Vorrei precisare che senza il nostro preparatore fisico Davide Bocci, i nostri fisioterapisti, lo staff di Isokinetic, i medici, e in particolare il dottor Rocchi, non ce l’avrei mai fatta. È stato eseguito un lavoro da manuale, ci sono tante persone dietro al mio recupero e vorrei ringraziarle tutte; ci abbiamo messo tanto impegno e alla fine questo ha ripagato: ogni cosa è andata per il meglio. Dopo aver ripreso un po’ di forza sulla gamba e aver iniziato a correre, ho fatto un tipo di lavoro funzionale a tornare a fare i classici movimenti che si fanno in campo: tutto questo in modo “controllato”, per poi tornare a fare tutto al 100% e alla massima velocità. Ovviamente c’è stato anche tanto lavoro fisico in palestra, lavoro metabolico per recuperare il fiato, tanto lavoro di tiro e di fondamentali.
Ora sono tornata ad allenarmi con le mie compagne; allenarsi da sola era una vera noia purtroppo, ma trovavo ogni giorno la motivazione.
Prospettive per il prosieguo del campionato, sia a livello individuale (dal punto di vista di un rientro completo) sia di squadra?
L’obbiettivo è quello di dare tutto quello che posso alla mia squadra. Chiaramente ci vuole un po’ di lavoro: dopo che non si gioca per più di quattro mesi un pochino si sente la differenza, ma sto mettendo tanto impegno per essere pronta a ogni situazione. Per noi è fondamentale mantenere il quinto posto in classifica (sarebbe bello anche se difficile raggiungere il quarto) per avere una buona posizione nella griglia playoff. Cercheremo di vincere il maggior numero possibile di gare in quest’ultima parte di campionato. Ovviamente il nostro obbiettivo è quello di arrivare il più avanti possibile: affrontiamo sempre le partite con grande spirito e voglia di fare il risultato. Sappiamo che, quando riusciamo a imporre il nostro ritmo di gioco e a eseguire le cose che meglio sappiamo fare, possiamo davvero dare fastidio a tutti. È importante rimanere umili e con i piedi per terra, ma puntiamo sempre in alto.
Fabiano Scarani – Ufficio stampa ALLIANZ GEAS