“Ciao Toni, avrei bisogno di un grande favore: quando hai un attimo di tempo, mi scrivi due righe sulla tua esperienza con il basket femminile?”. Conoscendo bene Toni Cappellari, sapevo di aver toccato una corda da “Good Vibrations”, ma non immaginavo che solo dopo un’ora l’amico mi telefonasse dicendomi di guardare nella mia mail: l’articolo era lì. E ora ve lo propongo nella sua stesura originale.
“Erano gli inizi degli anni ’70 e allenavo le leve del Simmenthal Olimpia Milano e una squadra in Serie C (allora terzo campionato maschile): il Leone XIII. Come ogni anno, nel mese di giugno, partecipai ad un clinic a Roma, in quell’occasione tenuto da Jack Ramsey. Una mattina il collega Claudio Vandoni mi dice che Antonio Concato voleva parlarmi. Incontrai il giorno stesso il Presidente del Vicenza, che, senza giri di parole, mi chiese se avessi voluto allenare la sua squadra. Non avevo grande feeling con il basket femminile, al di là di essere stato spettatore alle partite della Standa al Palalido prima delle partite del Simmenthal. Ma Concato mi fece una buona offerta ed io decisi in quattro e quattr’otto per il sì”.
“Avvisai Cesare Rubini, che non fu molto contento della mia scelta. Anzi, mi disse: ‘Te ne pentirai’. Fortunatamente non fu così: Vicenza e la collaborazione con Concato furono fondamentali per la mia carriera nella pallacanestro. La squadra era giovanissima, ma avevo alcune fra le migliori atlete del settore femminile: Gorlin, Sandon, Cattelan, Guzzonato nazionali fisse; poi Rigon, Meneghini, Saggin e altre ottime ragazze a completare la squadra. Fui subito accettato dalle giocatrici e disputammo un campionato splendido, classificandoci terzi dietro alle superpotenze Geas e Standa. Concato è stato fondamentale: era sempre presente agli allenamenti e in pizzeria, davanti alla sua solita Coca Cola, mi spiegava con grande tatto dove sbagliavo e sottolineava ciò che facevo bene e che, naturalmente, dovevo continuare”.
“Concato è la pallacanestro femminile: ha vinto tutto quello che si può vincere, ma per il movimento è stato anche il miglior reclutatore di talenti e ha formato parecchi dirigenti e allenatori. Ancor oggi quando incontro Lidia Gorlin e Wanda Sandon mi emoziono, perché ritorno ai meravigliosi anni vicentini; del resto… per non farmi mancare nulla, nemmeno la nostalgia, ho sposato Chiara Guzzonato. Grazie pallacanestro femminile, grazie Antonio Concato”.
Con Toni Cappellari passammo un bellissimo anno a Vigna di Valle allenando la squadra delle Forze Armate in serie B. Fu un ottimo campionato ed un’eccellente esperienza per entrambi, peccato che a febbraio scesero dal bus alcuni giocatori importanti per tornare a casa con il congedo, altrimenti si sarebbe potuto fare ancora meglio. Nella nostra cameretta erano sempre presenti i Giganti del Basket e ricordo che nel numero che presentava il campionato di A femminile, accanto al nome di Chiara Guzzonato, Toni evidenziò: “very strong player”. La carriera di Cappellari, dopo l’anno di servizio militare proseguì con l’Olimpia, con l’incarico di assistente allenatore di Pippo Faina che mantenne per due anni, fino a quando Cesare Rubini gli lasciò la scrivania manageriale delle “scarpette rosse”. Conservò quell’incarico dal 1978 al 1989, riuscendo a portare a Milano diversi giocatori provenienti dall’Nba (Mike D’Antoni, Joe Barry Carroll, Antoine Carr, Bob McAdoo) e formando una squadra che, in particolare nelle stagioni con Dan Peterson in panchina, fece epoca: cinque scudetti (1982, 1985, 1986, 1987, 1989), due Coppe dei Campioni (1987 e 1988), una Coppa Intercontinentale (1987), una Coppa delle Coppe (1976), una Coppa Korac (1985) e due Coppe Italia (1986 e 1987). Successivamente, Cappellari è stato general manager e poi presidente della Pallacanestro Varese (rispettivamente 1992-1993 e 1993-1996), vicepresidente della Fortitudo Pallacanestro Bologna (1996-1998, vincendo la Coppa Italia 1998), per poi tornare a Milano come amministratore delegato (1998-1999 e di nuovo 2000-2002).
Oltre a ringraziare Toni per la sua cortesia di avermi offerto questo testo, devo ringraziarlo, perché negli anni di comune sodalizio nelle Forze Armate e in seguito nelle giovanili Olimpia, mi spiegò e soprattutto dimostrò il termine “professionalità”, che è stato sempre un farò in tutte le mie attività. Concato e Rubini erano maestri di professionalità e Toni ha attinto a piene mani da entrambi. Bello che i primi due grazie per la sua brillante carriera siano dedicati ad Antonio Concato ed al basket femminile: very amusing play…!!!
Enrico Casiraghi